Con l’intendimento di contribuire ad alimentare il costruttivo dialogo sulla ricostruzione, sembra interessante condividere altresì il dato complessivo dei contributi effettivamente concessi ad oggi per tutte le Frazioni del Comune dell’Aquila e pari a 1.627 istruttorie per un totale di 6.765 unità immobiliari interessate; per meglio comprendere tale dato è importante altresì confrontarlo con i numeri relativi al solo centro storico del Capoluogo: 2.026 contributi concessi per un totale di 6.483 unità immobiliari finanziate.
Il confronto operato appare tutt’altro che impari, se si pensa che l’avvio delle istruttorie per i centri storici delle frazioni risulta di gran lunga ritardato nel tempo a motivo della priorità istruttoria data all’asse centrale ed al centro storico dell’Aquila; eppure mentre nel Centro Storico del Capoluogo, la bellezza degli aggregati già ultimati e restituiti alla città oltre allo skyline delle tante gru al lavoro conforta e restituisce entusiasmo, la percezione della ricostruzione dei vicoletti delle frazioni sembra restare inchiodata ad una deprimente “slow motion” e questo anche a motivo del fatto che i cantieri aperti nel capoluogo sono tutti situati nel concentrato spazio territoriale delle mura storiche della città dell’Aquila.
L’apertura di nuovi cantieri appare evidente e tangibile, diversamente da quanto avviene nei centri storici delle frazioni, nelle quali cercando procedere parallelamente ed in contemporanea, i cantieri aperti sembrano come “diluiti” su un territorio geografico molto vasto, che rende lo stato di avanzamento della ricostruzione di difficile percezione e d’impatto ridotto.
Nella popolosa frazione di Paganica, ad esempio, sono statti rilasciati 117 pareri che corrispondo ad altrettanti cantieri, purtroppo non tutti avviati per questioni edilizie e di rilascio di autorizzazione sismica per le quali il processo deve necessariamente migliorare. A Tempera sono stati rilasciati 20 pareri “cantierizzabili” e a Roio 24. A Sassa, di converso, la situazione vede in particolare ritardo l’attività istruttoria.
È di primaria importanza guardare avanti e garantire un’accelerazione di tale attività istruttoria, recuperando così il divario tra il capoluogo e le frazioni. In particolare è necessario dare una priorità agli aggregati al cui interno ci siano “abitazioni principali”, restituendo immobili sicuri che rappresentino casi virtuosi di ricostruzione e patrimonio di esperienze tecniche. A tal fine, si stanno mettendo in atto procedure speditive e si stanno adottando provvedimenti di accelerazione, a cominciare da una profonda revisione del cronoprogramma, oltre al migliore impiego del personale dedicato all’attività istruttoria delle “parti prime”.
Nella consapevolezza che molto ancora si deve e si può fare, la condivisione del lavoro svolto e l’annunciata attività di ottimizzazione dei processi e del migliore impiego del personale offre un ulteriore punto di vista al dibattito pubblico nell’auspicio di guardare al prossimo futuro con maggiore ottimismo e dare fiducia alle istituzioni deputate al governo dei processi di ricostruzione.