La qualità di Istituzioni, strutture ed esperienze formative d’eccellenza consente di puntare ad un obiettivo ambizioso: caratterizzare L’Aquila come una “città della conoscenza”, rafforzando e valorizzando le reti di collaborazione che legano l’Università e gli altri centri di formazione superiore con la sua area di riferimento.
Gli obiettivi da perseguire sono:
- Elaborare un piano di sostegno che sviluppi il GSSI – l’unica scuola di dottorato a ordinamento speciale del Centro-Sud Italia – in modo che si consolidi sul piano nazionale e internazionale.
- Arricchire il sistema di istruzione superiore aggiungendo altri Centri sulla sicurezza alimentare, sulla documentazione e ricerca sulla prevenzione e gestione delle catastrofi naturali, sul chip design e sull’ICT e sul trasferimento tecnologico (sul modello della Fraunhofer Italia).
- Rafforzare la capacità di attrarre studenti e docenti da tutto il mondo, predisponendo residenze universitarie di qualità, servizi di trasporto pubblico efficienti, attrezzature ricreative e sportive di numero e varietà adeguate, servizi di accoglienza, orientamento e tirocinio. In questo contesto potrebbe essere collocato anche un intervento volto ad acquistare e ristrutturare, con il contributo di partner locali come la Fondazione Carispaq, gli immobili della ex Scuola Superiore Guglielmo ReissRomoli, come centro di formazione manageriale post-laurea, in cui ospitare anche le iniziative del GSSI e dell’Università dell’Aquila come la International School of Space Science, incollaborazione con Istituzioni, Centri di Ricerca e Aziende operanti nel territorio nazionale.
- Attivare campus formativi residenziali nel periodo estivo in alcuni dei borghi del territorio (come nel caso del progetto “Wayne in Abruzzo” avviato nel 2004 a Gagliano Aterno con la Wayne State University di Detroit) in collaborazione con università italiane e straniere.
- L’esperienza del terremoto 2009 può diventare un progetto di ricerca che tramuti conoscenze e professionalità maturate in loco (raccolta dati per la prevenzione, gestione dell’emergenza, valutazione del danno, tecniche di ricostruzione) in un patrimonio culturale e tecnico dell’intera nazione nel campo del rischio e delle calamità. Possono essere coinvolti istituti di ricerca locali, enti nazionali per lo sviluppo e gli Uffici Speciali per la Ricostruzione.